L’intelligenza artificiale (IA) è ormai uno dei temi più caldi quando si parla di supply chain e logistica. Non si tratta solo di un trend: le aziende riconoscono sempre più il potenziale di queste tecnologie nel migliorare processi critici come la previsione della domanda, la pianificazione delle risorse e l’ottimizzazione dei magazzini.
Un’indagine recente “RADAR IA”, promossa dal Centro i-LOG della LIUC – Università Cattaneo in collaborazione con Columbus Logistics condotta su oltre 600 direttori della logistica e della supply chain in Italia mette però in luce un dato sorprendente: solo il 30% delle aziende dichiara di utilizzare soluzioni di IA in ambito logistico, e di queste appena l’8% ha implementato sistemi realmente operativi.
Dall’indagine emerge un quadro chiaro ma ancora interlocutorio: solo il 30% delle aziende italiane utilizza sistemi basati su IA in ambito logistico, e appena l’8% ha soluzioni pienamente operative. Il 22% è in fase di implementazione, mentre la maggior parte delle imprese è ancora ferma, principalmente a causa di:
Le applicazioni più diffuse di IA nella supply chain riguardano:
In particolare, molte aziende vedono nell’IA uno strumento per migliorare accuratezza e affidabilità delle previsioni, più che un mezzo per abbattere i costi o automatizzare attività ripetitive.
Guardando al futuro, il magazzino è il vero protagonista della trasformazione digitale. Le aziende intervistate puntano su:
La difficoltà nel reperire manodopera spinge sempre più imprese verso l’automazione logistica. Tuttavia, il divario tra ciò che si desidera e ciò che è realmente implementato resta ampio: per processi come la pianificazione tattico-strategica dei trasporti o la previsione dei ritardi, l’interesse è elevato ma le soluzioni sono ancora poco diffuse.
Come prevedibile, le grandi aziende (con fatturato superiore ai 50 milioni di euro) sono più avanti: il 33% ha già almeno una soluzione IA attiva, contro il 21% delle PMI. Ma il divario tecnologico non è incolmabile: per le piccole e medie imprese, l’indagine suggerisce l’adozione di soluzioni IA modulari, agili e verticali, in grado di integrarsi gradualmente con i sistemi esistenti.
L’indagine conferma un punto chiave: tra desiderio e realtà, serve una strategia chiara. Da un lato, i manager devono individuare le aree dove l’impatto dell’IA può essere maggiore; dall’altro, i fornitori di tecnologia devono accompagnare le imprese con strumenti concreti, semplici da integrare e capaci di crescere insieme al business.
In REMIRA sappiamo che l’Intelligenza Artificiale non è una moda passeggera, ma una tecnologia al servizio delle aziende. Nei nostri software, l’intelligenza artificiale viene applicata in diversi ambiti della supply chain per rendere i processi più accurati, veloci e intelligenti, con risultati misurabili in termini di riduzione dei costi e dei tempi di produzione.
L’approccio di REMIRA è quello di offrire soluzioni modulari e integrate, che possano essere adottate gradualmente anche dalle PMI senza dover rivoluzionare i sistemi già in uso. Questo permette alle aziende di iniziare subito a beneficiare delle potenzialità dell’IA, con risultati misurabili nel breve periodo e la possibilità di crescere nel tempo.
L’indagine RADAR IA ci consegna una fotografia chiara: le aziende italiane guardano con interesse all’intelligenza artificiale, ma tra intenzioni e applicazioni concrete resta ancora un divario significativo. Da un lato ci sono entusiasmo e consapevolezza del potenziale, dall’altro persistono barriere come la mancanza di competenze, l’integrazione con i sistemi IT e la difficoltà di trasformare i dati in decisioni operative.
La vera sfida oggi non è chiedersi se adottare l’IA, ma come e quando integrarla nei processi chiave. Le aziende che sapranno trasformare i dati in decisioni agili e affidabili e che investiranno per ottimizzare la propria supply chain, saranno quelle più pronte ad affrontare le sfide del futuro.